Grand Paris. Sarkozy pianifica la riqualificazione delle banlieue.

© Teknemedia revue en ligne, Stefano Riba tout droit reserves.

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Dal 1983 al 2002 come sindaco di Neuilly-sur-Seine si rifiutava, illegalmente, di costruire case popolari. Nel 2005, come ministro dell’Interno, in una visita a La Courneuve (comune a nord-ovest di Parigi) tuonò: “Città come queste verranno ripulite al Kärcher”, dalla marca di uno strumento per la pulizia ad alta pressione. Alcuni mesi dopo, in seguito delle rivolte nate a Clichy dopo la morte di due giovani, disse che nelle banlieue vive solo la « racaille », la feccia. Una parola che estese le rivolte in mezza Francia. Nel 2009, all’apice della sua folgorante carriera politica, Nicolas Sarkozy è Presidente della Repubblica, brinda in Messico con Carlà e, in patria, annuncia il progetto Grand Paris. Dimenticate le dichiarazioni fatte durante gli scontri del 2005, Sarkozy ha lanciato un bando internazionale per il rinnovo urbanistico ed ecologico, non solo della capitale, ma anche delle tanto odiate, fino a poco tempo fa, periferie. Città-ghetto, come le già citate La Courneuve e Clichy, non saranno ripulite da un getto d’acqua ad alta pressione dalla “feccia” che le abita, ma affidate alla cure di dieci architetti di prestigio internazionale, tra cui Richard Rogers, Jean Nouvel, Antoine Grumbach, Christian de Portzamparc, Roland Castro.

parigi_400Il mese prossimo, quando tutti i progetti saranno visibili al pubblico, sapremo quale sarà il futuro volto di Parigi. Ma già si conoscono alcune tre le proposte. Castro prevede, proprio a La Courneuve, un grande parco metropolitano sul modello newyorkese di Central Park. Mentre Rogers, su Clichy, dice: “Il più grande problema di Parigi è questa segregazione, questa monocultura che crea zone impermeabili tra loro, senza identità e totalmente scollegate da ciò che le circonda”. Il suo progetto per la futura Grande Parigi sarà proprio collegare le zone limitrofe al centro con interventi urbanistici, ma soprattutto di viabilità, con treni che colleghino rapidamente la periferia al centro della città, un’idea simile a quella di de Portzamparc. Antoine Grumbach, invece, propone di estendere la metropoli lungo la Senna, inglobando la città di Rouen e il canale del porto di Le Havre. L’obiettivo comune è l’eliminazione di quel “fossato”, rappresentato fisicamente dalla tangenziale, che divide i 2milioni di abitanti che vivono nel centro di Parigi dalle zone periferiche popolate da almeno 6milioni di abitanti. Oltre al raccordo automobilistico, anche le linee ferroviarie contribuiscono a creare divisioni fisiche tra le zone della città. Mike Davies, direttore del progetto presentato dallo studio Rogers, dice: “I binari che corrono dalla Gare du Nord alla Gare de l’Est sono dei veri e propri canyon di vuoto. Proporremo di interrarli, creando in superficie nuovi spazi per parchi urbani”. Diversamente da Mitterand, a cui dobbiamo le piramidi del Louvre, da Pompidou che diede il suo nome al famoso museo e da Chirac che ha dato il via a un nuovo museo sulle riva della Senna, Sarkozy attraverso il suo consigliere, Henri Guaino, ha detto di “voler andare oltre un monumento alla gloria del regime”. Oltre significa guardare all’ultimo grande sconvolgimento urbanistico parigino, quello del Barone Haussmann che a metà ‘800 cambiò la faccia di Parigi creando vastissimi Boulevard e gli Champs Elysée.

richardrogerspropostagrand_paris_400Una grandeur che l’opposizione socialista vede come un “cavallo di troia” per riguadagnare potere su Parigi e sui comuni confinanti, in gran parte in mano ad amministrazioni di sinistra, e forse un primo passo per ridefinire i confini delle regioni francesi, anche queste a maggioranza Socialista. Ci si mette poi di mezzo anche Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi e probabile antagonista di Sarkozy nelle elezioni del 2012, che da tre anni, con i vertici dell’Ile de France, studia il modo di aumentare i legami tra la capitale e i comuni limitrofi. I lori risultati saranno annunciati in 10 giorni, settimane prima della presentazione dei progetti di Grand Paris. Vedremo cosa ne dirà il Presidente.

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